Quali opportunità per il benessere delle persone e delle organizzazioni
La tecnologia ci permette di compiere tanti impensabili viaggi!
L’impatto della tecnologia rende tuttavia più sfocati i confini di spazio e tempo, modificandoli e accendendo un’importante riflessione sui temi della salute, sicurezza e benessere nel lavoro del presente e del futuro.
“Servono politiche mirate e strumenti nuovi per la gestione dei rischi nuovi ed emergenti” sostiene Franco Bettoni, presidente dell’INAIL.
La “quarta rivoluzione industriale, cambierà profondamente il modo in cui viviamo e lavoriamo” dice Paul Schulte, direttore della divisione di Integrazione scientifica del Niosh – National Institute for Occupational Safety and Health degli Stati Uniti. I cambiamenti demografici, il progresso tecnologico e la globalizzazione dei mercati portano molti “cambiamenti nei luoghi di lavoro e nuovi pericoli, mentre dobbiamo ancora fare i conti con quelli tradizionali.
Nel lavoro del futuro, in particolare, sono destinati ad aumentare i rischi psicologici, che riguardano lo stress e la salute mentale.
Verso una visione integrata
Di fronte a queste nuove sfide, un’alleanza interdisciplinare è dunque da perseguire al fine di tutelare la salute, la sicurezza e sviluppare una strategia di benessere delle persone nelle organizzazioni. Ingegneri dei sistemi di gestione della sicurezza, tecnici specializzati, psicologi, tecnologi, economisti, professionisti di business, operatori insieme per contribuire allo sviluppo di una strategia integrata, a supporto della messa a terra delle procedure dei sistemi di gestione della sicurezza, a supporto della salute e gestione delle persone e a supporto del business.
È sempre la persona al centro, “le persone sono la soluzione e non il problema da controllare” come sostiene Sidney Dekker (Safety differently). Dunque la strada è quella che vede le persone al centro per creare le connessioni tra business e norma, obiettivi, procedure ed esercizio della sicurezza, partendo dai meccanismi di funzionamento delle persone, dei gruppi e delle comunità. “I manager, che non sono dei controllori, bensì delle figure di coordinamento” giocano un ruolo di connessione e di guida strategico.
Dunque, il lavoro interdisciplinare permette di creare sistemi formativi a sostegno della pratica e dell’esercizio nel proprio contesto e in modo protetto, con l’obiettivo di realizzare un concreto impatto nella prevenzione degli infortuni ed anche una promozione costante di comportamenti volti a migliorare il benessere e la salute.
Seguendo questo ragionamento, la progettazione dei sistemi e dei percorsi di formazione rappresenta un nodo centrale sul quale operare. E’ davvero importante un’integrazione nella didattica tra il contenuto proprio della normativa, le procedure e i processi di business, unitamente alla promozione di una cultura abilitante i comportamenti sani e sicuri. Questa integrazione è orientata ad abilitare saperi, pratiche e comportamenti in linea con le direttive della normativa.
La sfida di fronte alle persone e alle organizzazioni è molto impegnativa e richiede un importante esercizio di ridefinizione dei propri schemi. Per questo fornire supporto, facilitare alleanze e avere cura delle persone è strategico al fine di vincere la sfida e costruire relazioni solide per fronteggiare in sicurezza il dinamismo attuale.
Ci attende un lavoro di frontiera interdisciplinare e di integrazione per superare le visioni egoiche e parziali, e migrare verso soluzioni integrate, eque, solidali e sostenibili.
Questa trasformazione di sistema chiama in causa la capacità collettiva di osservare ed essere consapevoli di sé stessi nei sistemi, comprendere il proprio ruolo nel sistema, la propria missione, la propria responsabilità al fine di riuscire ad operare nella realtà coerentemente su più livelli: intenzione, conoscenze, emozioni ed esercizio.
Si tratta di un allenamento che parte dal singolo e passa per la collettività, per raggiungere una visione eco-sistemica e permettere al futuro di emergere dal presente. “Ciò che ci distingue come essere umani è che possiamo connetterci con il futuro emergente” afferma Otto Scharmer, fondatore della Teoria U.
Si tratta per noi di occuparci di una learning customer experience significativa per la collettività e non solo concentrata sui singoli, potremmo definirla una learning community experience.
Focalizzare gli obiettivi di apprendimento, individuare le modalità più efficaci per ingaggiare le persone, approfondire i contenuti e i messaggi più importanti, allenare la capacità di connettersi con se stessi e con gli altri attraverso il fare insieme nella propria quotidianità sono alcuni degli ingredienti a cui prestare attenzione per costruire percorsi di apprendimento collettivo.
E alla fine celebrare il raggiungimento dei risultati collettivi ottenuti all’interno del contesto organizzativo permette di rigenerare l’attenzione, l’impegno e la motivazione per proseguire il viaggio senza fine del learning/apprendimento.
La learning community experience rappresenta un anello strategico e determina il successo o il fallimento delle politiche aziendali in materia di salute, sicurezza e benessere con importanti ricadute su persone e business.
Francesca Quintiliani, Research & Development Coord., Mylia