Intervista a Elvio Mauri, Direttore Generale di Fondimpresa.

A breve si concluderà l’anno europeo delle competenze: quali sono i risultati di Fondimpresa nel 2023?

I risultati di Fondimpresa del 23 sono stati molto buoni dal punto di vista economico: abbiamo raccolto 434 milioni di euro, record storico, e centrato gli obiettivi della spesa formativa, sia per il Conto Formazione che per il Conto Sistema. Positivo anche il rapporto con le Istituzioni: c’è un mainstream che riconosce ai Fondi il dato di realtà. Oggi i Fondi spendono infatti 7 volte in più delle Regioni Italiane per la formazione continua: c’è una consapevolezza diffusa della realtà importante e vera che i Fondi rappresentano.

Quali sono i fattori che determinano il successo delle iniziative di Fondimpresa?

Credo che il principale successo delle iniziative di Fondimpresa sia il  Conto Formazione. Un meccanismo trasparente e semplice dove i tempi di risposta sono inferiori alle tre settimane e anche i pagamenti sono in linea con questi obiettivi. Il Conto Formazione ha permesso a tutte le aziende di conoscere le attività del Fondo e le relative opportunità. Credo che un altro fattore importante sia stato quello di rendersi conto che il mondo stava cambiando: il passaggio dall’ “Avviso Competitività” al “Competenze di Base”, ha seguito questa linea logica.

Possiamo parlare di un aumento della propensione delle aziende a finanziare i percorsi formativi?  E  di una migliore capacità degli operatori del settore di promuovere le opportunità di finanziamento nonché  di un’offerta Fondimpresa più agile e accessibile?

Da un lato è aumentata sicuramente la propensione delle aziende a finanziare i percorsi formativi per tutte le aziende, non solo le grandi aziende infatti hanno imparato a conoscere questo strumento; dall’altro ci sono gli operatori del settore: 600 soggetti, che rappresentano un settimo dei soggetti che fanno formazione in Italia, quindi vuol dire che abbiamo fatto una buona selezione. Poi certamente il fatto che il Fondo ha compreso che alcuni strumenti andavano gestiti con maggiore velocità.

Dalla prospettiva del maggiore fondo interprofessionale in Italia, quali saranno gli obiettivi del 2024 per il settore della formazione?

Per il 2024 l’obiettivo è quello di rendere sempre più strutturale, strategico e consueto l’utilizzo di queste risorse da parte delle imprese, abituandosi a “budgettare” la formazione così come fanno quando realizzano il proprio budget.

Il 77% delle imprese dell’ UE segnalano difficoltà a trovare lavoratori con le competenze necessarie. Fondimpresa ha avviato in via sperimentale nel 2019, un avviso dedicato proprio alla Formazione Professionalizzante dei profili maggiormente ricercati dalle imprese, ripreso poi nel 2022 e 2023. Quali sono stati i risultati e quali sono gli sviluppi futuri auspicabili dell’iniziativa?

I risultati sono stati buoni:  abbiamo proposto per tre anni questo avviso e lo riproporremo  nel primo bimestre del 2024. Sostanzialmente abbiamo creato più di 3.000 posti di lavoro,con una spesa unitaria tra gli 8 e i 9 mila euro cadauno.

Crediamo che questa sia la strada giusta, anche l’Avviso Politiche Attive mette la persona al centro: è chiaro quindi che siamo in un contesto di mercato del lavoro dove c’è un forte mismatch tra la domanda e l’offerta, ma soprattutto c’è una forte riduzione del mercato, nel senso che ci sono sempre meno persone a disposizione.  Le aziende non possono più permettersi di perdere persone nel corso degli inserimenti lavorativi. Lo sviluppo futuro che ci immaginiamo è quello di rendere strutturale questo intervento. Questa sarà la scelta che andremo a fare, magari segmentando maggiormente per settori aziendali.

Parliamo ora di green transition ,innovazione e competenze di base e trasversali. Fondimpresa è sempre in prima linea nel collegare la propria proposta agli obiettivi europei di formazione sviluppo. Quali sono i prossimi sviluppi sulle iniziative di sostegno alla formazione di base e trasversale e sulle green e digital skills?

Vogliamo continuare sulla strada intrapresa, semmai aumentando sempre più la dotazione economica.

Passiamo ora invece al sostegno salariale, l’articolo 1, comma 242 della legge 234 del 30 dicembre 2021 ha riassegnato ai fondi interprofessionali per gli anni 2022/2023 il prelievo destinato al finanziamento dei trattamenti di sostegno salariale per le imprese in difficoltà, vincolando la spesa di tali risorse al sostegno ai percorsi formativi destinati alle imprese oggetto di misure di sostegno salariale. La misura verrà riconfermata dalla nuova legge di bilancio? In cosa si è tradotto il contributo di Fondimpresa al sostegno alla qualificazione e riqualificazione dei lavoratori oggetto di integrazione salariale?

La prima domanda dovrebbe essere fatta al Governo o Parlamento e non a noi:  è chiaro che noi lo speriamo. Ricordo che queste risorse, che ci sono state portate via dalla metà degli anni, 10 di questo secolo, inizialmente servivano per pagare le casse integrazioni in deroga, poi trattamenti a tutele differite. Oggi questi soldi servono esclusivamente per il fondo di rotazione. Speriamo quindi che questi soldi ci siano restituiti senza più condizionalità: in ogni caso abbiamo già emanato nel 23 un avviso sul tema della cassa integrazione, avviso sul quale, nel Consiglio d’Amministrazione del 20 dicembre scorso,  abbiamo riflettuto , anche in riferimento ad un’ interpretazione del Ministero del Lavoro più larga che ci permette di considerare eleggibili alla formazione con i soldi del comma 242 anche coloro che sono stati in cassa integrazione ma non solo, quando sono in cassa integrazione, ma anche durante tutto il percorso dell’anno. La nostra intenzione adesso è rivisitare questo avviso in una logica più ampia rispetto alle esigenze delle imprese.

Per molte imprese aderenti a Fondimpresa l’anno appena concluso è stato l’anno del Fondo Nuove Competenze. Il decreto di novembre del 2022 ha riaperto lo sportello di presentazione delle proposte con un importante contributo da parte dei Fondi Interprofessionali e di Fondimpresa.  Il decreto lavoro dl 48 del 23 ha incrementato la validità del fondo per tutto il periodo di programmazione  2021-2027.  Con il nuovo dispositivo il Fondo verrà rifinanziato attraverso le risorse del Piano Nazionale Giovani, Donne Lavoro e  del Programma Operativo Complementare Sistemi per le Politiche Attive e l’Occupazione.  Qual è il bilancio in merito al secondo avviso Fondo Nuove Competenze per Fondimpresa? Quali si le prospettive per i prossimi anni?

Un Bilancio è difficile da fare oggi perché  FNC è ancora in gestione. Siamo molto soddisfatti del fatto che la seconda edizione abbia fatto tesoro, almeno parzialmente,  di un importante lavoro di fine tuning tra tutti gli stakeholder.

E’ chiaro che le problematiche più grosse derivino dal doppio passaggio tra le piattaforme di ANPAL e quella di Fondimpresa. Credo che ci si debba interrogare su quale sia la soluzione per una migliore efficacia dell’ iniziativa. Poi credo che si debba anche avere il coraggio di farsi una domanda: “Ha senso un avviso di questo tipo per aziende di piccolissime dimensioni? Crediamo veramente che sia possibile che un’azienda di 5 -10 dipendenti possa mettere a zero il proprio personale?” Francamente faccio fatica a crederlo. Penso sia più logico immaginare un ruolo molto importante delle academy all’interno della futura edizione del Fondo Nuove Competenze con delle aziende che possano trainare e con delle piccole microimprese assolutamente coinvolte in una logica di filiera. Credo sia anche il modo migliore per spendere le ingenti risorse, 1700 milioni per le prime due edizione,  ce ne saranno sicuramente altre da qui al 2027. Abbiamo bisogno di spendere al meglio queste risorse senza buttare via neanche 1 €.

Mylia ha recentemente lanciato il suo nuovo brand  manifesto:  “Prepariamo il futuro” è il nostro obiettivo e lo realizziamo mettendo al centro dei nostri percorsi le persone, lavorando sul giusto mindset per raccogliere le sfide del futuro del lavoro. I nostri nuovi valori sono Apertura, Human Centricity, Ispirazione, Orientamento al Futuro. Le chiediamo di lasciarci quattro parole chiave per descriverci in futuro del lavoro e la formazione.

Le parole chiave che userei sono i 4 aggettivi che spesso usiamo per raccontare le linee di  sviluppo del fondo e quindi della Formazione: digitale,  inclusiva, sostenibile e trasparente.

Transizione digitale e  sostenibilità sono inevitabili.  Inclusiva, perché nessuno debba essere lasciato indietro e trasparente perché c’è bisogno che tutti quanti abbiano gli stessi diritti e gli stessi doveri. Ecco, queste credo siano le quattro parole chiave che ci guideranno nel prossimo futuro.

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