Parità di genere, l’importanza della certificazione per una società più inclusiva
Di cosa si tratta, perché è fondamentale farla per le aziende e come ottenerla.
L’uguaglianza di genere: a che punto siamo?
L’Agenda 2030 sottoscritta dai Paesi membri dell’ONU, prevede due importanti focus: il goal 5 si prefissa infatti l’obiettivo di raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze, e in generale il goal 10 che mira a ridurre l’ineguaglianza all’interno e fra le Nazioni.
I dati più noti che caratterizzano l’Italia sono il basso tasso di occupazione femminile con 51,4% e uno dei tassi più bassi al mondo di natalità.
I dati sono autoevidenti considerando anche il sostanziale lavoro di cura che continua ad essere a carico delle donne (i dati INL pubblicati il 22 settembre sottolineano le dimissioni di tre donne su quattro, proprio per gestire gli impegni famigliari) e la cosiddetta child penalty – il costo sul mercato del lavoro della nascita di un figlio.
Cosa è la Certificazione UNI/PDR per le pari Opportunità?
A luglio 2021 l’Italia ha predisposto, tramite la Ministra per le Pari opportunità, la Strategia Nazionale sulla Parità di Genere 2021-2025, che si ispira alla Gender Equality Strategy 2020-2025 dell’Unione Europea. Ed è strettamente correlata al PNRR, di cui uno dei dispositivi legislativi è la parità salariale.
La legge introduce rilevanti novità, tra cui: la CERTIFICAZIONE di parità di genere (UNI/PdR 125:2022), alla quale corrispondono sgravi contributivi (1% dei contributi a base mensile fino a 50.000 euro annui) e premialità nella valutazione dei bandi pubblici.
Chi può fare la Certificazione?
La Certificazione per la Parità di Genere è rivolta a qualsiasi tipo di organizzazione, sia del settore privato, pubblico o senza scopo di lucro, indipendentemente dalle dimensioni e dalla natura dell’attività.
Alcuni bandi, come quello della Regione Lombardia hanno previsto ulteriori incentivi per le aziende di piccole e medie dimensioni puntando a un reale cambiamento culturale anche in aziende dove non esistono ancora programmi o formazioni sull’uguaglianza di genere.
Quali sono gli step
Il primo passo è quello di affidarsi ad una società di consulenza che possa fare un primo audit (gender gap) e valutare se l’azienda ha i prerequisiti per la certificazione (raggiungimento del 60% degli obiettivi). Se non ha i prerequisiti si dovrà redigere un “remediation plan” e mettere a sistema alcuni processi o policy sul gender equality. Se invece l’azienda ha già raggiunto il 60% dei KPI dovrà impegnarsi nel formalizzare un piano di miglioramento con obiettivi. Le aree da implementare sono varie e toccano punti che vanno dalla Cultura aziendale alla tutela della genitorialità e conciliazione della vita-lavoro.
Per ciascuna Area di valutazione sono stati identificati degli specifici KPI attraverso i quali misurare il grado di maturità dell’organizzazione tramite un monitoraggio annuale e una verifica ogni due anni.
Perché è importante?
La Certificazione non è quindi solo una procedura: per realizzare un vero cambiamento di paradigma è necessario che i principi di parità di genere, di rispetto e valorizzazione delle diversità siano integrati negli obiettivi aziendali e nella strategia aziendale. Non risolve tutte le diseguaglianze all’interno delle aziende, ma apre un confronto interno ed esterno, rendendo le organizzazioni più sostenibili ed inclusive.
Monia Dardi, Organizational Consultant Diversity Equity & Inclusion, Mylia