Che tipo di effetto potrebbe avere la psicologia ambientale sul benessere organizzativo?

La casa è come una macchina per vivere.

Questa espressione è stata utilizzata dal poliedrico Le Corbusier, ma se proviamo a renderla in un contesto aziendale, allora potrebbe esser letta in questo modo: “L’ufficio è come una macchina per lavorare”.

Con questa citazione veniamo introdotti all’argomento focale dell’articolo, ovvero il modo in cui il l’ambiente di lavoro può divenire un supporto, un vantaggio per il benessere organizzativo dell’individuo. La disciplina che si occupa di queste tematiche è la psicologia ambientale ovvero quell’ambito della psicologia che guarda alla relazione fra individuo e ambiente, sia costruito che naturale. Questo ambito non prescinde dalla psicologia del lavoro e delle organizzazioni, che si focalizza sul rendimento di un lavoratore, visto non solo dal punto di vista intrinseco ma come dipendente dal clima e dal funzionamento dell’ambiente che lo circonda.
Molti studi infatti fanno valere e danno importanza al ruolo che hanno gli elementi materiali e spaziali nei luoghi di lavoro soprattutto negli effetti sulla persona sia dal punto di vista ergonomico-funzionale che sulle relazioni e sulla comunicazione.
Come scritto dal Buffalo Organization for Social and Technological Innovation (BOSTI), gli aspetti dell’ambiente che per lo più danno efficienza ed efficacia al lavoro sono quelli collegati all’accessibilità a livello di comunicazione e di spazi (formali e informali).

(es: la sit com Camera cafè in cui le vicende dei dipendenti si svolgono nell’area relax dell’azienda davanti ad una macchinetta del caffè.
Infatti in questo luogo i dipendenti si incontrano tra loro e si confrontano su ciò che avviene durante le giornate, ma è anche un luogo in cui avviene l’interazione informale con altre figure come quella direzionale.)

Dobbiamo ovviamente considerare i variegati contesti lavorativi. Infatti, da ogni tipologia di ufficio dipende l’autonomia o meno del proprio lavoro.
Per esempio, le catene di montaggio sono caratterizzate da un ambiente che non evoca autonomia spaziale e di tipo relazionale, al contrario, gli uffici di redazione giornalistica sono strutturati di modo che sia favorito lo scambio e la comunicazione. Un altro luogo in cui la condivisione viene favorita dall’ambiente riguarda i call center dove però i divisori e l’open space non consentono ai dipendenti di lavorare in serenità, bensì tra chiamate e voci che si sovrappongono.

(suggeriamo il film “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì, o il documentario “Parole sante” di Ascanio Celestin. In entrambi sembra chiaro il modo in cui viene vissuto il mondo dei call center e il tipo di ambiente in cui si è immersi).

Nuove sfide nella progettazione degli ambienti

Ad oggi viene data importanza sia allo spazio di lavoro che al modo in cui le personalità e l’umore, interagiscono con questo.

La sfida del designer di oggi, infatti, è quella di:

  • Dedicare degli spazi di lavoro a gruppi di lavoratori omogenei sulla base della mansione;
  • Dar vita ad aree di distrazione (sale di brainstorming, aree di svago ecc.) lontane dagli uffici che siano destinate a lavori complessi e che necessitano di concentrazione;
  • Consentire l’isolamento acustico, ad esempio mediante utilizzo di cuffiette;
  • Gestire le aree di co-working e tenere in considerazione la rotazione dello smart working.

Dunque, nella progettazione degli spazi, è necessario considerare l’importanza di:

  • Luoghi di aggregazione per il cibo e l’acqua per un momento di break o pausa pranzo
  • Ambiente vario con possibilità di movimento ed esplorazione
  • Spazi di recupero per concentrarsi
  • Luce naturale e vista che deve spaziare in molte direzioni
  • Temperatura e clima il più possibile naturale
  • Fruizione paritaria degli spazi

Per concludere, per creare ambienti adatti, confortevoli e attraenti bisognerebbe guardare alle esigenze e ai bisogni di chi vive in prima persona gli uffici e i contesti di lavoro.

L’ambiente, infatti, dà vita ad attivazioni neurali e somatiche che hanno effetto sulle emozioni, in primis a livello inconsapevole; anche se non vediamo gli effetti diretti del luogo di lavoro, questo ha conseguenze su di noi sia a livello profondo che neurofisiologico.

Sarebbe bello lavorare in un ambiente luminoso, con pareti colorate e ricche di quadri, con piantine, scrivanie ampie e confortevoli, spazi adatti alla pausa caffè e quattro chiacchiere con i colleghi per poi riprendere a lavorare, ponendo fine ai confini tra gerarchie e con possibilità di confronto. Probabilmente il rendimento lavorativo migliorerebbe.

In conclusione, suggeriamo di approfondire le seguenti realtà, che sono tra le più all’avanguardia sul tema: BRUNELLO CUCINELLI S.p.A., Diesel, Luxottica, Ferrero, Ferrari e Banca d’italia

Emanuela Sutera, Training Consultant, Mylia

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