Intervista a Marco Bergamaschi, General Manager, FLS

Come è nata l’idea di un’indagine sul benessere organizzativo?

È nata per necessità, da un’esigenza specifica: avere una fotografia della realtà aziendale e raccogliere feedback strutturati (bottom up) dai collaboratori. Spesso la direzione non riesce ad avere il punto di vista dei collaboratori e la loro percezione.

A quali domande cercavi risposte?

Una delle prime domande è stata “cosa manca?” ed anche “cosa posso fare di meglio?”, “quali sono i progressi che sono riuscito a portare in azienda” e “quali sono le azioni che posso intraprendere affinché i collaboratori si sentano ascoltati e coinvolti”, “come posso costruire un progetto comune”?

Quali elementi ti hanno convinto a prendere la decisione di andare avanti?

Sicuramente il provare a migliorarsi sempre, il voler approfondire la conoscenza e la consapevolezza in azienda e quindi il voler intraprendere attività che portassero un beneficio. Ed anche ho trovato chiari i messaggi della survey e come è stato presentato il progetto.

Cosa ti aspettavi?

Avevo aspettative molto alte. Avevo visto – nella presentazione del progetto – il potenziale dell’attività proposta e così come mi piace guardare un film aspettando il finale, così mi è piaciuto – durante questo progetto – dare spazio agli altri per provare a veder cosa di nuovo potesse emergere. Ero aperto a ricevere sorprese!!

Cosa ti ha maggiormente colpito? Cosa ti ha sorpreso?

Mi ha sorpreso la voglia di mettersi in gioco dei collaboratori. Ho visto l’apertura da parte di tutti. Mi ha sorpreso vedere loro che hanno compreso il progetto e lo hanno sposato. Mi riferisco sia ai manager che ai collaboratori. Quindi su tutta la linea (90% personale coinvolto nella survey)

Cosa hai scoperto tramite la survey dalle tue persone?

Ho scoperto che hanno un forte senso di responsabilità e di collaborazione, un forte spirito di squadra, nonostante il periodo che stiamo vivendo, il pesante carico di lavoro e le pressioni. È stato bello vedere la forte energia e le loro proposte di miglioramento. Questo mi ha colpito.

Quali barriere hai dovuto superare?

Ovviamente un’analisi del genere è come un termometro, permette di misurare e di fare una fotografia della realtà aziendale. Dietro questa fotografia ci sono tante attività e tante azioni che vengono fatte da me. Quindi è stato come mettermi a nudo e ricevere feedback positivi ma anche potenzialmente negativi e non aspettati. Sicuramente ho sentito la difficoltà nel decidere di farsi valutare. Nello stesso tempo la consapevolezza dell’esigenza di avere una visione del percorso fin qui svolto per capire dove andare.

Come ti senti oggi di fronte a tutto ciò?

Aperto per nuove sfide!! Sono riuscito a rivedere le scintille, che con la quotidianità e le numerose sfide possono venire a mancare. Io stesso ho trovato una forte motivazione a lavorare su temi che riguardano le persone.

Quali sono le sfide oggi per FLS? Sono cambiate dopo questo lavoro?

La sfida è sempre quella di cercare di migliorare. I clienti sono sempre più esigenti, i mercati richiedono una flessibilità maggiore e oggi abbiamo bisogno di una squadra di manager e una squadra di collaboratori che sia in grado di affrontare queste sfide, con la giusta energia, con flessibilità e motivazione. Diventa necessario sviluppare talenti in Azienda, far crescere un’organizzazione dal basso verso l’alto. E far crescere anche soddisfazione tra i collaboratori.

Qual è il miglior futuro che riesci ad immaginare?

Veder qualcuno che nell’Organizzazione prenderà il mio posto! Sarebbe una grande soddisfazione. Vedere che ci sono persone che sono riuscite a contribuire, per far crescere questa azienda che si trova di fronte alla sfida del mercato globale

Quali sono – di fronte a questa sfida – gli elementi per avere successo per l’espressione della tua leadership verso il futuro? Sicuramente è un aspetto difficile da descrivere, ogni manager e ogni persona ha un suo stile di leadership, si deve adattare alle situazioni e ai collaboratori. Per quanto mi riguarda ho dei collaboratori che mi permettono uno stile di leadership aperto con loro, indirizzato al loro sviluppo. Il poter contare sui collaboratori permette di gestire il proprio ruolo con meno pressione e da modo di crescere insieme.

Quali capacità dovrai allenare o i tuoi manager dovranno sviluppare in questo cammino?

Sicuramente l’abilità della delega sia dei task che delle responsabilità in accordo al ruolo. Nella delega c’è sempre la paura che il collaboratore diventi più bravo di te. Questo deve essere superato e sviluppato a favore dei collaboratori. Vedere una crescita da parte dei collaboratori, per gestire livelli di responsabilità diversa è una sfida importante.

Come la vedono questa sfida i tuoi collaboratori?

Abbiamo condiviso la fotografia con tutti, per capire e condividere il progetto completo. Loro devono dedicare attenzione ad aspetti di miglioramento del reparto. E in merito a questo ho visto buona collaborazione anche tra manager di reparti diversi. Si sono auto organizzati per creare task force per trovare azioni di miglioramento.

Su cosa i collaboratori stanno portando maggiormente le loro energie?

Ci sono funzioni più impegnate? Ho visto una apertura da parte di tutti, anche se ci sono reparti, come quello della produzione, che hanno una sfida maggiore per il carico di lavoro e le pressioni. Tutti hanno accolto bene le attività di information meeting, dashboard meeting e stand-up meeting in produzione. Vedo grande apertura e propositività.

Di fronte a tutto ciò di cosa hai bisogno?

Un po’ di vacanza!  Ho bisogno di trovare un equilibrio tra i vari reparti e tra i manager, attraverso una buona comunicazione top down e anche bottom up. Con questo progetto mi avete dato una bussola per riprendere il cammino, partendo da input strutturati da parte dei collaboratori, per contribuire a capire dove dirigere le energie per migliorare e progredire.

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