Intervista a Valentina Figna, HR Director,  Roche Diabetes Care Italy SpA

L’inclusività in Roche: quale è il tuo punto di vista?

L’inclusione è uno strumento potentissimo ma con un alto rischio di retorica. Noi come Roche abbiamo iniziato un percorso in ambito D&I  partendo dalle nostre radici: tra gli archivi abbiamo scoperto che la prima donna dirigente in Roche cominciò il suo percorso nel 1926 e andò in Asia ad aprire la prima filiale in Giappone.

La domanda più importante che ci siamo posti è stata: ‘Come facciamo a misurare il nostro livello di inclusività?’. Da questa riflessione abbiamo deciso di intraprendere due percorsi di certificazione: il primo con Winning Women Insitute che ha certificato l’ eccellenza di Roche nella gestione del tema della parità di genere e il secondo con la Pdr 125. Questo percorso ci ha consentito di ragionare sui numeri (In Roche il 43% dei Dirigenti sono donne) oltre che sulla dimensione qualitativa.

A seguire è nato un comitato di Diversity, Equity & Inclusion con l’ingaggio a livello di comunicazione di tutti i dipendenti e con un bel ritorno.

Credo che la vera domanda sia: ‘Come facciamo ad essere inclusivi nel nostro quotidiano?’ e una delle risposte è stata quella di partire dal linguaggio, perché il linguaggio plasma il nostro modo di pensare. Proprio per questo abbiamo attivato una collaborazione con una sociolinguista (Vera Gheno) e iniziato a promuovere una serie di incontri e di pillole formative e video ad hoc  per sensibilizzare tutta la popolazione aziendale. Il nostro percorso non si è tuttavia limitato al tema della diversity di Genere ma ha abbracciato altri temi. Ad esempio abbiamo realizzato un video con testimonial interni in occasione della  giornata contro l’omofobia e ospitato in azienda un dibattito sull’identità di genere e l’orientamento sessuale, partendo ancora una volta dal linguaggio e dall’importanza di saper usare le “parole giuste” quando si parla di diversità.

Se avessi una bacchetta magica e potessi intervenire all’interno della tua azienda, cosa faresti?

Desidero che ogni singola persona, con la propria esperienza e la propria unicità, possa esprimere appieno il proprio potenziale contribuendo così a costruire un’organizzazione sempre più inclusiva e portando così innovazione, creatività, crescita.

Cosa cercano le persone oggi in azienda?

Il mondo del lavoro ha subito un’evoluzione. Oggi  le persone dentro i contesti aziendali vogliono sentirsi parte di una progettualità. Il rischio è quello di scivolare nell’ individualismo:  c’è l’esigenza da parte dell’azienda di far comprendere i bisogni organizzativi a tutta l’organizzazione, andando a creare un ambiente lavorativo dove le persone sentono di far parte di una squadra, di essere un NOI.

Come sta cambiando il tuo lavoro oggi in azienda?

L’ambito che più è cambiato nel mio lavoro è tutta la sfera della Leadership. Prima era molto gerarchica: oggi è molto inclusiva. E’ cambiato anche il modo di apprendere, che va a basarsi molto sull’ esperienza.

Il mio lavoro cambia sempre di più, perché la sfida è quella di trovare una modalità sempre fattiva per dialogare con le persone e andare a creare un percorso significativo sia per le persone che per l’organizzazione.

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