Intervista a Daniela Matrella, People & Culture in Imola Retail Solutions – Gruppo ITAB
Perché è così difficile cambiare e quali azioni sono realmente efficaci per supportare le persone dei processi di cambiamento?
La resistenza al cambiamento è da sempre lo scoglio più grande che un Hr si trova ad affrontare. La parola cambiamento porta con sé l’idea del nuovo e il nuovo spaventa perché implica l’uscita dalla propria comfort zone. Che si tratti di un cambiamento di gestionale, un cambiamento di processi, un cambiamento di layout, abbiamo paura di non trovare più gli appigli alla nostra quotidianità, ciò che ci fa sentire forti (e di conseguenza sicuri) nel nostro agire.
Eppure, nel momento storico che stiamo vivendo il cambiamento è esso stesso la quotidianità. Le nuove sfide che il mercato ci pone, la sempre maggiore richiesta di diversificazione, la digitalizzazione dei processi per poter lavorare anche e soprattutto a distanza, sono tutti elementi che chiamano e impongono il cambiamento.
Non è più fattibile essere statici nei propri ruoli, siano essi manageriali o operativi.
Supportare le proprie risorse in questo difficile passaggio di adeguamento ad un mondo del lavoro che viaggia a velocità triplicata per quanto mi riguarda significa in primis mettersi in ascolto, ascolto delle paure e dei timori, perché se capiamo quale “mostro” stiamo combattendo sarà più facile trovare “l’arma” con il quale vincerlo.
L’ascolto può avvenire ad esempio all’interno di un processo di restituzione del feedback, in un sistema di monitoraggi cadenzati che ci permettano di capire il percorso delle nostre risorse, le loro difficoltà e le loro aspirazioni, e al contempo educhino i manager al confronto e alla comunicazione in una relazione bidirezionale e non più monodirezionale.
Quale è a tuo avviso la competenza trasversale “più utile” in questo periodo storico? E perché?
Se quanto detto sopra è vero, non può che essere la flessibilità. La capacità di essere flessibili e di adattarsi alla situazione che il momento ci impone, di uscire dai propri schemi e trovare soluzioni creative, ad oggi è un valore aggiunto che ogni azienda dovrebbe valutare nelle proprie persone.
Quale è la competenza trasversale “più difficile” da allenare e perché?
Per le stesse ragioni la flessibilità, tanto desiderata dagli Imprenditori, è la competenza più difficile da allenare in quanto ognuno di sé deve lottare contro la propria personale resistenza e di conseguenza contro le proprie paure. A volte anche il solo ammettere di averne, è difficile.
Quale è la competenza trasversale “più rara” nelle risorse? E nei manager?
La capacità di comunicare. Attenzione, non parliamo di capacità di trasmettere informazioni, in quanto l’informazione è un insieme di dati che ha un valore per chi la riceve, ed è quindi unidirezionale e con lo scopo preciso di apporta un aumento della conoscenza. La comunicazione al contrario è un processo relazionale, in cui due o più individui negoziano un insieme di significati condivisi e questo implica necessariamente il mettersi in gioco.
Rende l’idea una frase dell’imprenditore statunitense Jim Rohn: “Approfitta di ogni opportunità per mettere in pratica le tue capacità comunicative in modo che quando sorgono occasioni importanti, avrai il dono, lo stile, la chiarezza e le emozioni per far crescere l’interessare nelle altre persone”.