Quali focus oggi?

Verso un’evoluzione del concetto di salute

Nel tempo, si sono succedute varie definizioni di “salute”: questo ci fornisce un quadro dell’evoluzione del concetto di salute stesso che porta con sè cambiamenti anche in ambito sociale e organizzativo. Basti pensare alla definizione di Salute come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia (OMS, 1948).

Il completo benessere fisico, mentale e sociale sembra superato e ideale, in una società che vuole essere sempre più inclusiva, così nasce una nuova definizione: “Salute è la capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive” (OMS, 2011). La salute è una condizione che passa anche per la consapevolezza del proprio stato e arriva sino ad un’autogestione per gestire situazioni che paradossalmente sembrano non in salute.  In questo senso, la salute è un processo integrativo di benessere e malessere fisico, psichico e sociale (Bertini, 2022).

Salute e sicurezza: dalla preoccupazione al prendersi cura

Salute e sicurezza non sono solo “delle questioni, dei concetti”, disciplinati dalla normativa e medicina sul lavoro, ma anche dei valori, hanno delle precise connotazioni emotive e culturali in ogni azienda, ci dicono come le persone vivono il rapporto con il lavoro e della convivenza organizzativa. Pensiamo all’etimo della parola sicurezza, da securus, senza cura, senza preoccupazioni. La mia insegnante di Yoga faceva notare, tempo fa, un’interessante riflessione sulla relazione tra cura e preoccupazione: in origine erano la stessa cosa (cura in latino vuol dire preoccupazione), mentre invece nel tempo si sono differenziate. Preoccuparsi rimanda all’apprensione, controllo, tensione, ansia, paura, alla riduzione dei rischi e chiusura dello spazio. Mentre il prendersi cura rimanda ad un’attenzione fluttuante e libera, al tendere e rivolgerci verso qualcuno, come a favorire e agevolare la vita. Questa prospettiva mi ha fatto pensare alla differenza che mi è capitato di incontrare nelle aziende rispetto alla sicurezza: a volte l’approccio dominante è della preoccupazione e del controllo reattivo, con un focus sulle sanzioni e sulle tensioni; in altre situazioni invece l’approccio è della cura, prevale una cultura proattiva dove il focus è sullo sviluppo di processi integrati.

Salute psicologica e stress lavoro correlato: una relazione da esplorare

Nell’ultimo periodo ci è capitato di incontrare referenti HR che ci chiedono interventi legati alla relazione tra salute psicologica e stress lavoro correlato. Come se ci fosse una consapevolezza maggiore del peso delle variabili emotive, relazionali, soggettive rispetto alla relazione con il lavoro e il carico di lavoro. Ad uno sguardo più ampio, l’importanza data alla salute psicologica nelle organizzazioni e, in generale, nella società è sempre più in crescita. Basti pensare che il tema scelto dall’OMS per il 2022 è stato: “Make mental health and well-being for all a global priority”. L’interpretazione che, come Mylia, diamo della salute mentale, non è come presenza o meno di disturbi psicologici e individuali all’interno dell’azienda, quanto una lettura “relazionale e organizzativa” degli eventi e dei problemi che ci/si presentano.

In questo senso, la salute (fisica e psicologica) dipende da un rapporto di senso, reciproco e soddisfacente tra la persona e il suo contesto di lavoro. Spesso, ci capita di riscontrare nelle nostre indagini di benessere organizzativo, un’alta presenza di disturbi psicosomatici, legati a problemi articolari e muscolari, sensazioni di irrequietezza e ansia, insonnia. A questo, si aggiunge un’insicurezza psicologica, tale per cui le persone non si sentono tutelate contrattualmente, a livello di salute e welfare, oppure non si sentono valorizzate, come se mancasse una fiducia nel contesto, ci si sentisse precari e senza sviluppo, e mancassero le parole per dirlo. Da qui, anche la sensazione di non reggere il carico di lavoro, di sovraccaricarsi, con impatto sui disturbi psicosomatici. La relazione tra salute fisica e psicologica è molto stretta, ed il sentimento di sicurezza deriva non solo da misure strutturali adeguate ai bisogni delle persone, ma anche dal vivere un rapporto amico (e non nemico o ambivalente) con il contesto di lavoro. In queste situazioni, nelle nostre proposte pensiamo utile non solo introdurre un fisioterapista in azienda, oppure una revisione dei processi di lavoro, ma anche ricercare e costruire degli spazi dove elaborare e dare senso alle dinamiche emotive e relazionali dove dare parola ai vissuti di insicurezza o conflittualità per farsene carico in modo corretto e condiviso, proporzionato alle risorse delle persone, alle loro responsabilità, e ridare senso e penso attraverso un ascolto. Il tema dell’ascolto, quando si parla di salute e sicurezza, è centrale: riteniamo che una mancata comunicazione, o una comunicazione poco accurata e attenta sia indice di diverse disfunzioni e problematiche non solo individuali, ma anche relazionali e dunque organizzative.

La nostra visione e prospettiva di intervento nascono dal metodo Mylia “Equilibrium”, frutto della nostra ricerca interna e propone una lettura integrata e sistemica di salute, sicurezza e benessere organizzativo, con l’obiettivo di prendersi cura delle persone, per sostenere interventi di sviluppo e crescita delle organizzazioni.

Nel metodo Equilibrium intervenire sui quattro fattori di ambiente di lavoro e sicurezza, processi di lavoro, valorizzazione e convivenza e innovazione diventa centrale per realizzare obiettivi di salute, sicurezza e funzionamento organizzativo.

Spesso si sottovaluta il peso della valorizzazione delle persone, dell’ascolto attivo, della comunicazione organizzativa, dei conflitti e dell’insofferenza lavorativa, sul funzionamento dei processi e sulla consapevolezza degli obiettivi.

Il pettegolezzo si sostituisce al confronto diretto, la lentezza delle decisioni alla fluidità operativa, il risentimento a buon legame emotivo con l’organizzazione.

Sentirsi svalorizzati e la sensazione di contare poco possono aumentare il percepito dello stress lavoro correlato e diminuire la soddisfazione.

Quanto queste variabili impattano anche sulla qualità del lavoro, sul modo di rapportarsi al contesto e sui comportamenti sicuri?

Nelle nostre indagini sul benessere organizzativo, riscontriamo come sia molto sottile il confine tra stress lavoro correlato e alto ingaggio, come se alcuni fattori siano centrali per determinare l’ago della bilancia sull’uno o sull’altro polo. Ad esempio, una scarsa percezione di giustizia organizzativa, assieme ad una mancata valorizzazione delle persone e un rapporto di fiducia precario, determinano malessere organizzativo, insicurezza psicologica e alta conflittualità, accentuando il vissuto legato allo stress lavoro correlato e al malessere organizzativo. Viceversa, la valorizzazione delle persone, il loro riconoscimento in termini di rispetto e di contare nell’organizzazione sono molto rilevanti ai fini di un’alta percezione di benessere organizzativo. Come a dire che l’apprezzamento, l’equità e la reciprocità, le relazioni nell’organizzazione, sono delle determinanti positive e mediatori anche di una buona percezione di salute.

Sabrina Bagnato, Learning Designer

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