Affrontare con il sorriso (e il successo) il tempo trascorso al lavoro
Negli ultimi anni è cresciuta enormemente l’attenzione per quello che chiamiamo benessere organizzativo, inteso come l’insieme di iniziative volte al miglioramento e alla conservazione del benessere fisico e psichico di tutti gli stakeholders aziendali.
Il Benessere Organizzativo o Aziendale, è ormai un mega trend che nessuna azienda può permettersi di ignorare, questa è cosa ormai acclarata. Con la pandemia le sfide da affrontare si sono fatte anche più ardue: le nuove modalità di lavoro ibrido hanno travolto la quotidianità di lavoratori e aziende e, di conseguenza, le esigenze dei dipendenti sono cambiate nel profondo; l’attenzione al benessere lavorativo, che prima veniva smarcata con il Welfare aziendale e con un po’ di buona volontà di managers ed HR, riguarda ora soprattutto le strutture aziendali, la progettazione degli ambienti e le metodologie di lavoro.
La digital transformation, poi, ha accelerato (e a volte esasperato) ancora di più il tutto: le aziende sono ora alla costante ricerca di strategie per l’employee attraction (attrarre nuovi talenti, ma soprattutto trattenere i propri!), investimenti nell’ambiente di lavoro (digital work-place, attenzione all’employee experience,…) politiche di work-life balance. Ma se oltre a questi investimenti che possiamo definire “strutturali” dovessimo individuare gli investimenti “comportamentali”? Quali potrebbero essere quelli su cui concentrarsi per un’organizzazione che voglia lavorare seriamente e non per moda (quante “mode” si susseguono nella formazione e nella consulenza organizzativa!) sul benessere dei propri manager, dipendenti e collaboratori? Sicuramente difficile rispondere a questa domanda e impossibile, visto il continuo mutare del contesto, avere anche lontanamente la pretesa di essere esaustivi.
Come favorire il benessere organizzativo?
- Lavorare sul clima organizzativo, ovvero sull’atmosfera che si respira in azienda. Impegno, senso di appartenenza, relazione positiva tra i colleghi, condivisione culturale dei valori aziendali. Portare il dipendente a fare qualcosa che lui stesso percepisca degno di valore, degno del suo massimo impegno.
- Il clima aziendale condiziona quindi la motivazione aziendale. Mentalità positiva, efficacia di rendimento, riuscita delle attività e relativa soddisfazione, produttività. Soldi e carriera non sono sufficienti: accanto ai benefits che soddisfano alcuni bisogni, l’attenzione deve essere focalizzata sulla cura delle persone. Sviluppo personale dei collaboratori attraverso la Formazione tecnica, ma soprattutto legata alle competenze soft e relazionali.
- L’attenzione e la cura delle proprie persone in azienda si manifesta attraverso uno sviluppo aziendale che possiamo chiamare “culturale”. Tutte le attività, le attenzioni, i percorsi che possano lavorare su rapporti interpersonali basati su comprensione, rispetto, gentilezza, supporto e sinergia.
- Favorire una Leadership Positiva, che si adoperi in prima istanza a costruire benessere personale e di gruppo, generando coinvolgimento e motivazione.
La diffusione del benessere organizzativo apre enormi possibilità alle aziende.
Il divertimento e la felicità dei dipendenti sono stati spesso visti come un ostacolo alla concentrazione e al rendimento lavorativo, non come un acceleratore; invece, da molti anni è stato provato scientificamente che in media lavoratori felici offrono prestazioni migliori, in termini di produttività, vendite maggiori, ricevono migliori valutazioni e quindi stipendi più alti.
E se questo tema è importante in generale, lo è in particolar modo per i giovanissimi. In una ricerca redatta già prima della pandemia dalla Varkey Foundation dal titolo “What the World’s Young People think and feel” si è dato evidenza di come la Generazione Z (nati tra il 1996 e il 2000) inserisca la felicità al centro di tutto. Per i giovani, i fattori che determinano la felicità sono soprattutto le relazioni umane con amici, colleghi e famiglia, ma anche il sentirsi soddisfatti nello studio e nel lavoro (risposta dell’89% degli intervistati); la Generazione Z sembra molto più concentrata sul proprio benessere e le aziende lo stanno comprendendo: per attirare e trattenere i talenti migliori è fondamentale organizzarsi per offrire loro un ambiente di lavoro sereno.
Angelo Loparco, Training Operations Manager, Mylia