Tra notifiche, distrazioni e multitasking: strategie per ritrovare lucidità.

 

Tecnologia e Mindfulness: un incontro inatteso

Ci sono due temi che tornano anno dopo anno nelle mie riflessioni: l’impatto dell’evoluzione tecnologica sulle nostre vite e le pratiche di consapevolezza di tradizione orientale, oggi conosciute in occidente come Mindfulness. Quello che non avrei immaginato è che questi due mondi apparentemente tanto lontani potessero incontrarsi in modo così significativo.

Nell’articolo articolo voglio esplorare proprio questo intreccio e offrire spunti per gestire in modo più sano il nostro rapporto con la tecnologia

 

Quando la tecnologia smette di servirci e inizia a prosciugarci

Forse ce ne siamo accorti davvero durante la pandemia, quando le nostre vite sono migrate quasi interamente dietro gli schermi. Si parlava di “zoom fatigue”, ma era solo la punta dell’iceberg. Il “lato oscuro” del digitale era qui per restare.

Notifiche incessanti dai diversi dispositivi sono diventate la colonna sonora delle nostre giornate. Scrolliamo il telefono con l’illusione di “staccare” mentre l’attenzione è divisa su più strumenti, app e account; tutto questo è l’acqua in cui nuotiamo.

Molti dati confermano la portata del fenomeno: rispondiamo alle e-mail in meno di tre minuti, consultiamo il telefono 150 volte al giorno (secondo Eva Orner,  regista del documentario “It’s People Like Us”. http://www.itspeoplelikeus.com.au/), e il multitasking digitale è diventato la norma nonostante le neuroscienze dimostrino quanto sia inefficace in termini di produttività e stressante per il cervello.

Il risultato? Attenzione frammentata, difficoltà di concentrazione, irritabilità, insonnia e la sensazione costante di “non riuscire a stare dietro a tutto”. Il nostro cervello paga un prezzo ancora molto misconosciuto. Se ci sentiamo stanchi senza motivo, se facciamo fatica a concentrarci, se la mente rimbalza senza sosta — sono segnali. Non siamo deboli, siamo sovraccarichi. Siamo iper-connessi, ma sempre più disconnessi da noi stessi.

 

Come ritrovare equilibrio?

Come uscirne senza rinunciare ai benefici che la tecnologia porta nelle nostre vite? E’ qui che tecnologia Mindfulness si incontrano.

Il primo passo è riconoscere che quest’acqua in cui nuotiamo non è una buona acqua. Per riconoscere la  fatica del continuo spostarci tra mille incombenze è necessario fare una pausa, anche solo un minuto, e domandarsi: come mi sento in questo momento?  Come sta il mio corpo? Come è il respiro? E il battito del cuore? E il mio stato d’animo?

Il secondo passo è prestare attenzione alla nostra attenzione. Posso chiedermi: la mia mente è dove serve che sia o è altrove? Praticare Mindfulness significa (insieme a molte altre cose) allenare la mente a tornare nel presente, con intenzione e gentilezza. È l’arte di osservare e scegliere, allentando la morsa degli automatismi.

Con la mindfulness impariamo a notare i segnali del corpo, il ritmo del respiro, le emozioni. Capiamo come stiamo. E in quel momento, possiamo decidere come rispondere a ciò che accade, facendo scelte più sagge e più salutari.

 

Un piccolo esercizio quotidiano

Navigare contro la corrente degli eventi e governare il timone della nostra attenzione sembra davvero un duro lavoro. Gli esperti però ci dicono che possono bastare pochi minuti al giorno, praticati con disciplina .

(https://www.ted.com/talks/andy_puddicombe_all_it_takes_is_10_mindful_minutes)

Possiamo iniziare con un semplice esercizio: seduti comodi, occhi chiusi, portiamo attenzione al contatto dei piedi con il suolo. Poi al respiro. Quando la mente si distrae – e succederà – la riportiamo lì, con gentilezza.

Andare in palestra è diventata un’abitudine per molti. Perché non dedicare dieci minuti al giorno anche ad allenare la nostra mente?

E con la chiarezza mentale riconquistata, potremo modificare piccole abitudini digitali che fanno la differenza: disattivare le notifiche, stabilire momenti “unplugged”, tenere lo smartphone lontano dal comodino. Ciascuno può trovare le proprie strategie. E,  per paradosso, esistono ottime app che ci possono aiutare a fare tutto questo.

 

La nuova frontiera: presenti e connessi

Serve una nuova saggezza digitale: mettere la tecnologia al nostro servizio invece di lasciarle dettare i ritmi delle nostre giornate.

Mai come oggi abbiamo avuto accesso a così tante connessioni, eppure mai come oggi rischiamo di essere disconnessi da ciò che conta davvero: la presenza piena, l’esperienza diretta, la profondità dell’attenzione.

La sfida che ci troviamo davanti per il futuro prossimo, soprattutto pensando ai nativi digitali, sarà forse questa: coltivare un’attenzione consapevole in un mondo frammentato. La tecnologia più avanzata che possediamo è ancora oggi la nostra mente. E come ogni tecnologia sofisticata merita un manuale d’uso e una manutenzione quotidiana.

Già 1971 Herbert Simon sottolineava:  “Ciò che l’informazione consuma è l’attenzione.  Ricchezza di informazioni significa povertà di attenzione.” Ora sembra che questo allarme debba davvero essere ascoltato.

Ogni volta che scegli di riporre il telefono e respirare profondamente, ogni volta che resisti all’impulso di controllare le notifiche durante una conversazione, stai rivoluzionando il tuo rapporto con la tecnologia. Un piccolo gesto di libertà alla volta.

 

Articolo a cura di Simonetta Carpo, HR Consultant, Executive Coach

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